Devono essere quasi sempre considerate un'emergenza secondaria. Considerare prima altre lesioni primarie come emorragia o fratture.
DEFINIZIONE E CAUSE
L'ustione è una lesione della pelle, e a volte dei tessuti sottostanti, causata da vari agenti fisici e chimici. Fra i più importanti ricordiamo:
calore, elettricità, congelamento, radiazioni (più raro), sostanze acide e alcaline (forti).
PARAMETRI DI VALUTAZIONE
Costituiscono gli estremi attraverso i
quali si effettua una prima valutazione di gravità dell'ustione
e si fondano soprattutto su due semplici osservazioni, che sono:
GRADO:
si distinguono ustioni di tre gradi
Primo grado
- lesione che coinvolge solo l'epidermide; appare con un semplice arrossamento
della pelle. Quindi c'è eritema, gonfiore e lieve dolore
Secondo grado
- lesione che coinvolge
anche il derma sottostante con segni infiammatori più vivaci. Si
caratterizza per presenza di vescicole o di bolle (definite flittene) e
forte dolore.
Terzo grado
- lesione che coinvolge anche gli strati più profondi fino ai muscoli
e a volte l'osso. La pelle spesso è carbonizzata con il dolore che
può essere vivacissimo, oppure può non esserci perché
la carbonizzazione ha coinvolto anche le fibre nervose.
ESTENSIONE : si può dire che "più l'ustione è estesa sulla pelle e più è da considerarsi grave" sino a mettere a repentaglio la vita del paziente. Anche se approssimativa, buoni risultati ha dato l'utilizzo della "regola del nove". Con questa regola tutto il corpo viene diviso in diversi territori ed a ognuno di questi viene attribuito un numero che corrisponde a un nove o a un suo multiplo (9, 18 , 36). La somma che ne risulta si avvicina a 100 e rappresenta la totalità del corpo.
Area del corpo interessata dall'ustione |
Percentuale di estensione |
Arto superiore destro |
9% |
Arto superiore sinistro |
9% |
Arto inferiore destro |
18% |
Arto inferiore sinistro |
18% |
Testa |
9% |
Tronco |
36% |
TOTALE |
100 % circa |
Si rammenti che la regola del
nove risulta utile solo negli adulti.
USO COMBINATO
DEI PARAMETRI GRADO ED ESTENSIONE
Analizziamo ora alcune situazioni esemplificative di come si
utilizzano i parametri esposti prima. Si può parlare di
ustione critica se essa è di:
primo
grado
con estensione maggiore del 10%, secondogrado
con estensione maggiore del 30%, terzogrado
con estensione maggiore del 75%
ALTRI PARAMETRI
(SECONDARI) DI GRAVITA';
Sono importanti a parità di danno ai tessuti, specie
per la prognosi:
Le zone critiche sono il
viso, le vie respiratorie e le articolazioni.
COMPORTAMENTO
Si ricorda che non rappresentano
sempre ed invariabilmente un'emergenza primaria, ma solo quando sono presenti
quei criteri qualitativi e quantitativi prima esposti.
USTIONI PARTICOLARI
Sino ad ora abbiamo affrontato la forma classica di ustione, quella, cioè, provocata da fonte di calore.
Consideriamo ora le altre.
USTIONE CHIMICA
Comportamento:
lavare la zona ustionata con acqua a getto rapido, senza eccessiva forza; pulire se necessario gli occhi tenendoli aperti; identificare il contenitore della sostanza chimica causale; trasportarla al pronto soccorso con il paziente
USTIONE ELETTRICA
Tipo
particolare di lesione che si accompagna spesso a complicanze generali
legate all'attraversamento del corpo da parte della corrente elettrica.
Si intuisce perfettamente come alcuni organi, ed in particolare il cuore,
possono essere danneggiati da questo passaggio.
EVENTI
Si potrà avere: ustione nel punto d'ingresso della corrente, ustione nel tragitto della corrente, ustione nel punto in cui esce, possibili aritmie o arresto cardiaco, arresto dell'attività respiratoria
COMPORTAMENTO
Ricordarsi che se si tocca il paziente,
nel tentativo di sottrarlo, mentre è a contatto con
la sorgente di corrente (fili scoperti, presa elettrica, portalampada,
etc.), il soccorritore-Volontario è a sua volta passibile di folgorazione.
Sono da ritenersi, nella gran parte dei casi, come delle situazioni di emergenza tali da richiedere attenta vigilanza, celerità ed estrema accuratezza nelle manovre che, senza eccezione, assistono il paziente nel tragitto che va dal luogo di chiamata al Pronto Soccorso.
Rappresenta emergenza primaria, perché
in ogni emorragia importante può instaurarsi lo stato di shock.
In dettaglio, si ritiene che quando le perdite di sangue ammontano a circa
1 litro , il paziente è in uno stato di shock (in atto o
incipiente) e si trova in una delle condizioni mediche che maggiormente
espongono al rischio di morte (Shock Emorragico).
CLASSIFICAZIONE
E DEFINIZIONE
Possiamo definire le emorragie in base:
1 al contenuto:
arteriosa: sangue di colore rosso vivo, che esce a getto
venosa: sangue di colore rosso scuro, che esce di continuo
capillare: sangue che esce a gocce, tipico di abrasioni
2
a dove si riversa
interna: il sangue si riversa in una cavità corporea (ad esempio torace o addome) presente o neoformata dallo stesso (ematoma)
esterna: il sangue esce da ferite più o meno ampie
esteriorizzata:
il sangue esce da orifizi naturali (bocca, ano, orecchio, ecc.)
CONSEGUENZE
La pressione all'interno del sistema dei
vasi arteriosi e venosi dipende principalmente da 3 fattori che sono:
1. la capacità del cuore di svolgere appieno il suo ruolo di pompa
2. la quantità di sangue circolante
3. il diametro dei vasi
Quando, per diverse cause, uno di questi fattori viene intaccato (il cuore è "insufficiente", si perde del sangue oppure i vasi si dilatano molto) il risultato può essere un brusco calo della pressione arteriosa.
Il calo della pressione arteriosa provoca, sostanzialmente, un deficit di perfusione di tutti i tessuti (effetti sistemici), che quindi si trovano in uno stato di "sofferenza".
SEGNI E SINTOMI
COMPORTAMENTO
E' importante essere rapidi nelle manovre e nelle decisioni da prendere.
Nelle
emorragie esterne è necessario:
NOZIONI UTILI
PER LA PRATICA
1 | Mantenere la calma e cercare di vincere la sensazione di "schifo" che può sopraggiungere dinanzi a sanguinamenti esterni imponenti |
2 | Essere molto delicati, ma efficaci nel medicare |
3 | Controllate anche più volte il polso |
4 | Usare il laccio solo come ultimo mezzo emostatico |
5 | Tranquillizzare sempre il ferito |